Le fibre di Trilussa

La mia quarta esperienza lavorativa era iniziata da pochi mesi e la riorganizzazione del sistema di qualità del laboratorio costituiva la mia occupazione quasi esclusiva in vista della temutissima ispezione dell’ente di accreditamento.
Avrebbero potuto sottrarmi a quel compito solo esigenze eccezionali, che puntualmente si presentarono. Si trattava della richiesta di aiuto da parte di un cliente importante.
Un impianto di recente costruzione, un “fiore all’occhiello” del grande gruppo industriale, aveva presentato un curioso problema dopo solo pochi mesi di funzionamento. I gas di combustione erano convogliati in un enorme blocco di elementi ceramici, ai quali era affidato il compito di catalizzare la riduzione degli ossidi di azoto. La prima superficie del blocco incontrata dal flusso gassoso si era però ricoperta di un feltro di colore ocra, un vero e proprio ostacolo meccanico che impediva la corretta espulsione dei gas.
I manutentori avevano eseguito numerose ispezioni, senza individuare alcuna parte lesionata dell’impianto da cui potesse fuoriuscire il materiale fibroso impiegato per garantire il necessario isolamento termico e acustico e giustamente identificato come causa materialis del problema. Le fibre sembravano materializzarsi dal nulla per distribuirsi con diabolica regolarità sulla parete anteriore del blocco catalitico durante ogni ciclo di funzionamento. Il ricorso al laboratorio costituiva pertanto la mossa della disperazione.
Mi recai con altri colleghi nel luogo del mistero per accompagnare i manutentori nell’ennesima ispezione. Prendemmo campioni del malefico feltro e dei materiali fibrosi di diversa tipologia installati dietro le robuste lamiere di acciaio che delimitavano i componenti dell’impianto, smontate qua e là per l’occasione.
Non restava che analizzare la composizione del feltro e quella dei campioni recuperati, comparare i risultati e individuare il responsabile del diabolico scherzo.
Consegnammo quindi il bottino dell’ispezione a un laboratorio dotato di microscopio elettronico, il quale ci restituì la composizione elementare di ogni singolo campione. Quella del feltro risultò però diversa da quella di tutti gli altri materiali analizzati. Lo scherzo era stato ordito davvero bene e ci trovavamo ora nelle stesse condizioni dei manutentori. La nostra mossa della disperazione fu di recarci una seconda volta nel laboratorio di microscopia elettronica con un’insolita richiesta. La composizione media viene ottenuta normalmente focalizzando il così detto “pennello elettronico” su immagini che comprendono numerose fibre. Richiedemmo invece di ottenerla a un ingrandimento molto superiore, su immagini comprendenti singole fibre del feltro. Grazie ai buoni rapporti con il responsabile del laboratorio, la richiesta fu accolta e ci furono consegnati i risultati di una sessantina di analisi.
L’interpretazione dei dati fu tutt’altro che semplice e sembrò una sorta di rompicapo enigmistico. Proprio come in alcuni giochi, il problema si chiarì rapidamente solo di fronte alla soluzione finale: il feltro conteneva frammenti non di uno ma di due diversi materiali, presenti in proporzioni molto differenti. La composizione media ricordava quindi quella della famosa statistica dei polli cantata da Trilussa. Considerate singolarmente, le due popolazioni mostravano finalmente composizioni simili a quelle di altrettanti materiali isolanti campionati. Non solo, i due isolanti erano installati nello stesso componente dell’impianto.
La spiegazione dell’enigma analitico fu talmente convincente che il cliente decise di smontare il componente nonostante dall’esterno apparisse perfettamente integro. Il sospetto venne coricato nel piazzale dell’impianto e fu attivata una squadra di carpentieri per la demolizione selettiva. Fui scelto quale caposquadra per dirigere l’operazione e le prime indicazioni mi uscirono con fatica dalla bocca, poiché il grande manufatto, con la sua integrità, sembrava sfidare sardonicamente i risultati degli sforzi enigmistici. Il bluff del gigante di metallo fallì tuttavia non appena i primi pezzi di lamiera furono rimossi ed emersero evidenti difetti costruttivi del riempimento fibroso nonché l’effetto di un eccessivo riscaldamento in esercizio, denunciato dall’annerimento del legante organico delle fibre. La statistica di Trilussa aveva vinto la partita.

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